mercoledì 27 marzo 2019

Il nuovo menu all'Osteria della Bullona di Milano...provato in anteprima per voi

Attiguo e quasi omonimo di una nota meta della frenetica vita notturna milanese che ha sede nella vecchia stazione ferroviaria della Bullona in via Piero della Francesca, l' “Osteria della Bullona” è invece un intimo ristorante dai toni eleganti ove trascorrere serate all’insegna del buon cibo, vino e chiacchiere rilassanti. Giocato sulle palette bianco e grigio, attira per la presenza, oltre ai tradizionali tavoli singoli, di un imponente social table attiguo proprio alla cucina ove conversare, conoscere i vicini di posto e assaggiare i numerosi amuse bouche in lista nel nuovo menu del giovane chef Andrea Iacolino.



Il passaggio di proprietà datato un paio di anni fa ha comportato anche una scelta differente nei menu in carta che in passato erano prettamente improntati sulla cucina milanese e su quella della tradizione ligure mentre oggi il menu è un mix che spazia lungo la penisola a seconda della disponibilità e della stagionalità delle materie prime e del pescato. Rimangono comunque in carta tre piatti tipici milanesi come il risotto, l’ossobuco e la cotoletta dell’Osteria, quindi non chiamata alla milanese, preferendone lo chef la cottura nell’olio invece che nel burro. Il resto appunto spazia da romanissimi Paccheri cacio e pepe, rivisitati e saporiti al tartufo, ai risotti che per la primavera si tingono di verde e di porpora nelle versioni alle fave mantecato al pecorino romano e alla barbabietola con crema di taleggio e nocciole tostate. Varietà di antipasti di carne, pesce e vegetariani, così come di secondi. La conclusione in dolcezza è assicurata... io ho assaggiato un crumble al cacao con una crema al mascarpone e una mousse di ricotta di bufala aromatizzata all’arancia con un biscotto salato che io, non essendo amante dei dolci stucchevoli ho davvero apprezzato.
Il perfetto finale dopo numerosi assaggi in verità .. dalle Perle di baccalà mantecato soffiate al parmigiano, servite su crema allo yogurt aromatizzata all’aneto e polenta fritta, ad un classico vitello tonnato con cavolo viola al profumo di tartufo, una vellutata di zucca con Clips croccanti di topinambur, morbidi gnocchetti di patate dolci al profumo di cannella con una quenelle di scampi crudi per terminare con un boccone di petto di anatra arrosto con marmellata al mandarino e cime  di rapa piccanti su una purea di patate affumicate.. tanti sapori in un solo piatto ma tutti perfettamente distinguibili nel loro accordo. 

Tra chiacchiere e risate, sorseggiando fresche bollicine mi soffermo ad osservare la cantina dell’osteria. Posizionata in parte a vista lungo una parete della sala, conta un centinaio di etichette alcune scovate proprio dal proprietario presso piccole aziende vinicole scovate lungo la penisola, dall’Alto Adige con i suoi profumati Muller thurgau alla Sicilia con uvaggi dell’Etna, bianchi e ovviamente anche rossi di livello, compresa una piccola selezione di cosiddetti Orfanelli, in quanto bottiglie pregiate in tiratura limitata. Su tutti un Tignanello del 1977 prodotto da Antinori, icona del vino Toscano nel mondo, dai fantastici aromi di frutta a bacca nera. 

Non mancano i distillati. Il ristorante è aperto anche a pranzo con interessanti proposte per un business lunch e saltuariamente dedica serate evento dedicate alla scoperta e degustazione di eccellenze gastronomiche tutte italiane. Insomma una proposta che definirei fusion all’italiana, una contaminazione di ricette regionali senza mai abbandonare l’animo e la tradizione  che le hanno ispirate. 

Nessun commento:

Posta un commento